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FARINELLI - VOCE REGINA
(FARINELLI)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 10 aprile 1995
 
di Gérard Corbiau, con Stefano Dionisi, Enrico Lo Verso, Elsa Zylberstein, Jeroen Krabbe, Omero Antonutti (Francia, 1995)
"Da quanti anni è scomparsa, ed a parere dei più definitivamente sotterrata la commedia musicale? Eppure, ed è un dato di fatto che non dovrebbe sfuggire ai produttori, nascosta in qualche parte del pubblico delle sale oscure, è probabilmente rimasta la voglia di vedere caricarsi le immagini di nuove energie grazie alla fusione con la grande seduzione della frase musicale. Basti osservare il successo dei non molti, ed il più delle volte non eccelsi film dedicati a personaggi o soggetti del mondo della musica. O come questo FARINELLI si aggrappa al ricordo di un successo come quello di AMADEUS. Per riproporne le medesime - anche se assai meno ispirate- trovate drammaturgiche: l' opposizione fra due creatori (là Mozart e Salieri, qui Haendel e Porpora), l'uno autentico ed eterno, l'altro più adeguato alla propria epoca, ma poi relegato dal tempo. Oppure la mimica dei direttori, che suggerisce la scansione, e facilita la lettura ai frettolosi consumatori audiovisivi contemporanei delle frasi musicali. Ed i risvolti più o meno rivelatori dei loro rapporti con il proprio e l'altrui sesso.

Tutto costruito sul tema del doppio (i due fratelli Broschi, uno compositore mediocre, che grazie alla castrazione del fratello raggiunge la celebrità ma vive nel rimorso) FARINELLI aveva più di una freccia nel proprio arco. E non solo quella della ricostruzione storica e di quella musicale (è grazie ai prodigi della tecnica numerica che sono state ricostruite le partiture ormai scomparse e le riproduzioni mai esistite dell'alchimia "impossibile" della voce castrata) permesse da una produzione non certo avara di mezzi. Ma la storia del comune mortale destinato a vivere accanto al sublime del suo simile, del non castrato che terminava l'opera di seduzione e di possessione intrapresa dal fratello onnipotente ma forzatamente incompleto poteva aprirsi su infinite prospettive.

Purtroppo Gérard Corbiau (rivelatosi con il godibile ma sopravvalutato LE MAITRE DE MUSIQUE) non è un grande sceneggiatore e nemmeno un regista che sappia allontanarsi dalla semplice decorazione. E FARINELLI non è allora né quel documento su un soggetto interessante e poco noto che avrebbe potuto essere, né tanto meno una riflessione sui risvolti spirituali della situazione. Si limita a filmare cavalli (forse, visto il tema, stalloni) bianchi dalle criniere svolazzati in controluce e tutta una serie di effetti superficialmente fotografici da clip enfatizzato. Restano gli attori, tra i quali spicca l'autenticità della giovane rivelazione francese Elsa Zylberstein."


   Il film in Internet (Google)

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